Onorevoli Colleghi! - Più volte il Parlamento si è occupato della situazione degli occupanti delle unità immobiliari ad uso residenziale degli enti previdenziali pubblici. È opportuno ricordare l'iter di questa vicenda che coinvolge migliaia di persone nel nostro Paese e alle quali spesso è stata data l'illusione di arrivare ad una soluzione senza che mai gli impegni presi siano stati mantenuti. Il 25 luglio 2005 sono state approvate le risoluzioni nn. 7-00601, 7-00558 e 7-00565 (presentate da parlamentari sia della maggioranza che dell'opposizione) in merito alla possibilità di sanare le occupazioni abusive. Il Governo di allora, preso atto delle risoluzioni approvate, inserì nel collegato fiscale alla legge finanziaria 2006, ovvero il decreto-legge n. 203 del 2005, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 248 del 2005, l'articolo 7-bis, recante «Disposizioni in materia di unità immobiliari degli enti previdenziali», in cui era prevista una sanatoria solo per gli occupanti senza titolo alla data di entrata in vigore del decreto-legge 25 settembre 2001, n. 351, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 novembre 2001, n. 410. Con tale provvedimento venne concesso solo a una parte minoritaria dei conduttori senza titolo di poter accedere alla sanatoria, mentre rimase aperto il contenzioso relativo alla gran parte delle occupazioni senza titolo avvenute in data successiva al novembre 2001. Tale situazione portò alla presentazione, durante il dibattito sul collegato fiscale in oggetto, di numerosi ordini del giorno, soprattutto da parte di esponenti del centro-sinistra, affinché fossero allargati i termini della sanatoria per

 

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non aggravare i livelli già allarmanti di emergenza abitativa nel Paese. Il Governo di allora approvò, in tale situazione, l'ordine del giorno 9/6176/186, presentato da un esponente del centro-destra, in cui veniva recepita la necessità di allargare la sanatoria a tutti gli occupanti senza titolo, purché in regola con i versamenti dell'indennità di occupazione, che non fossero proprietari di altri alloggi e che si fossero resi disponibili all'acquisto, accettando il prezzo stabilito dall'ente venditore come «prezzo base d'asta».
      Tale ordine del giorno non ha mai trovato applicazione, con il risultato che, di fatto, stanno proseguendo le gare d'asta per gli appartamenti occupati dai soggetti interessati nei confronti dei quali sono continuamente messi in atto tentativi di sgombero da parte degli enti venditori.
      In questa situazione sarebbe, di conseguenza, irresponsabile non prendere una rapida decisione che, dettando regole certe, risolva una volta per tutte un problema che si trascina gettando nella disperazione migliaia di persone. Come tutti sappiamo il processo di cartolarizzazione del patrimonio abitativo degli enti previdenziali pubblici ha creato una serie di problemi, soprattutto per gli inquilini appartenenti alle fasce economicamente più deboli (famiglie monoreddito, giovani coppie, ragazze madri e pensionati) che spesso si sono trovati costretti ad accedere a mutui sproporzionati rispetto ai propri redditi o a trovare, dopo dure battaglie nei confronti delle proprietà, situazioni transitorie di permanenza negli alloggi poiché impossibilitati ad accedere al libero mercato degli affitti stante gli alti prezzi imposti da un mercato in cui l'unica logica è la speculazione. Tale situazione, per gli occupanti senza titolo, è ancora più drammatica, non avendo gli stessi nessuna prospettiva se non quella di ritrovarsi a far parte dei «senza casa» già così numerosi nel nostro Paese.
      Con la presente proposta di legge si vuole, quindi, dare una risposta alle migliaia di persone a cui sono state fatte promesse mai mantenute e che oggi devono fare i conti con gli ufficiali giudiziari che bussano alle loro porte per sfrattarli. Si è convinti che tale soluzione non sia un «favore» fatto ai «furbi» ma l'unica risposta possibile a coloro che, non avendo altra possibilità, hanno scelto di occupare alloggi che erano stati, colpevolmente e assurdamente, lasciati sfitti dagli enti previdenziali pubblici che erano, evidentemente, più interessati ad usare gli stessi per fini esclusivamente speculativi.
      Data l'urgenza della materia si auspica che la presente proposta di legge possa arrivare ad una rapida approvazione.
 

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